28 Settembre 2024 :
Un uomo di 88 anni, condannato a morte 56 anni fa, il 26 settembre 2024 è stato assolto da un tribunale giapponese, dopo la scoperta che le prove utilizzate contro di lui erano false.
Nel 1968, Iwao Hakamada era stato dichiarato colpevole di aver ucciso il suo datore di lavoro, la moglie e i loro due figli adolescenti.
Dipendente di un'azienda che produceva pasta di miso, l’ex pugile Hakamada fu arrestato nel 1966, quando le quattro vittime furono trovate morte per ferite da taglio nella loro casa nella prefettura di Shizuoka, successivamente data alle fiamme.
Incriminato per omicidio, rapina e incendio doloso, la sua condanna a morte era stata resa definitiva sulla base di una sentenza secondo cui tracce di sangue su cinque capi di abbigliamento trovati in una vasca di miso 14 mesi dopo l'omicidio corrispondevano ai gruppi sanguigni delle vittime e dello stesso Hakamata.
Le conclusioni del giudice hanno oggi smontato le indagini. "Il tribunale ha stabilito che siano state fabbricate tre prove che hanno fatto pensare che l'imputato fosse l'autore del delitto. Escludendo questi elementi, le altre prove a suo carico non sono sufficienti per stabilire che egli sia l'autore" dei delitti, ha chiarito il giudice durante l'udienza.
Ha anche definito il metodo dell'interrogatorio "disumano" perché mirava a infliggere "dolore fisico e mentale" e a "obbligarlo a rilasciare dichiarazioni".
All'epoca dei fatti, Hakamada aveva prima confessato di essere l'autore di questi omicidi prima di ritrattare, citando le modalità dell'interrogatorio.
Nel 2014 era stato liberato e gli era stato concesso un nuovo processo, in seguito al sospetto che gli inquirenti avessero falsificato le prove che avevano portato alla sua condanna.
Aver trascorso 46 anni nel braccio della morte - scrive la Bbc - ha avuto un impatto pesante sulla salute mentale di Hakamada, tanto che non è stato in grado di presenziare all'udienza in cui è stata infine pronunciata la sua assoluzione.
Il caso di Hakamada è una delle più lunghe e famose saghe legali del Giappone e ha suscitato un vasto interesse pubblico, tanto che circa 500 persone si sono messe in fila per assicurarsi un posto nell'aula del tribunale di Shizuoka.
Mentre veniva pronunciato il verdetto, i sostenitori di Hakamada fuori dal tribunale hanno esultato al grido di "banzai", "evviva". Hakamada, esentato da tutte le udienze a causa del deterioramento del suo stato mentale, vive affidato alle cure della sorella Hideko, di 91 anni, dal 2014, anno in cui è stato liberato dalla prigione e gli è stato concesso un nuovo processo.